Antonio Vivaldi

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Le quattro stagioni

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I Sonetti di Antonio Vivaldi

In questa sezione potrai trovare i testi dei quattro sonetti che hanno accompagnato la famosa raccolta di concerti di Antonio Vivaldi, conosciuta come "Le quattro stagioni". Forse ti chiederai: cosa è esattamente un sonetto? Bene, il sonetto è una breve forma poetica, una poesia costituita generalmente da 14 versi.

Antonio Vivaldi è stato uno dei pionieri nell'introduzione di una musica descrittiva e programmatica nei suoi concerti. Attraverso le sue composizioni, Vivaldi riusciva a evocare gli ambienti, i suoni e gli stati d'animo descritti nei sonetti. Questa capacità di dipingere con la musica rende particolarmente importante prendere spunto da questi testi per comprenderne appieno i contenuti.

Esplorando i versi dei sonetti, è possibile immergersi nelle emozioni e nelle immagini evocate dalla musica stessa, trasportandoci in un viaggio sensoriale attraverso le diverse stagioni dell'anno. Le parole dei sonetti e la musica di Vivaldi si intrecciano, creando un'esperienza sinestetica in cui le parole della poesia prendono vita attraverso le note dei concerti.

Così, sia che tu sia un appassionato di poesia o di musica, esplorare i testi dei sonetti di Vivaldi ti permetterà di comprendere meglio la profondità e la bellezza delle sue composizioni. Ogni concerto diventa un mondo a sé stante, una narrazione sonora che dipinge l'atmosfera e i dettagli delle diverse stagioni, dalla calda vivacità della primavera alla malinconica riflessione dell'inverno.

Concerto Nº 1 in Mi maggiore, opera 8, RV 269 (La primavera)

I. Allegro (in Mi maggiore)
Giunt’è la Primavera e festosetti
La Salutan gl’Augei con lieto canto,
E i fonti allo Spirar de’ Zeffiretti
Con dolce mormorio Scorrono intanto
Vengon’ coprendo l’aer di nero amanto
E Lampi, e tuoni ad annuntiarla eletti
Indi tacendo questi, gl’Augelletti
Tornan di nuovo al lor canoro incanto:
II. Largo e pianissimo sempre (in Do diesis minore)
E quindi sul fiorito ameno prato
Al caro mormorio di fronde e piante
Dorme ‘l Caprar col fido can’ à lato.
III. Allegro pastorale (in Mi maggiore)
Di pastoral Zampogna al suon festante
Danzan Ninfe e Pastor nel tetto amato
Di primavera all’apparir brillante.
Concerto Nº 1 in Mi maggiore, opera 8, RV 269 (La primavera)
Concerto Nº 1 in Mi maggiore, opera 8, RV 269 (La primavera)

Concerto Nº 2 in Sol minore, opera 8, RV 315 (L'estate)

I. Allegro non molto (in Sol minore)
Sotto dura stagion dal sole accesa
Langue l’huom, langue ‘l gregge, ed arde ‘l pino,
Scioglie il cucco la voce, e tosto intesa
Canta la tortorella e ‘l gardellino.
Zeffiro dolce spira, ma contesa
Muove Borea improvviso al suo vicino;
E piange il Pastorel, perché sospesa
Teme fiera borasca, e ‘l suo destino;
II. Adagio e piano – Presto e forte (in Sol minore)
Toglie alle membra lasse il suo riposo
Il timore de’ lampi, e tuoni fieri
E de mosche, e mosconi il stuol furioso:
III. Presto (in Sol minore)
Ah che pur troppo i suoi timor son veri
Tuona e fulmina il cielo grandinoso
Tronca il capo alle spiche e a’ grani alteri.

Concerto Nº 3 in Fa maggiore, opera 8, RV 293 (L'autunno)

I. Allegro (in Fa maggiore)
Celebra il Vilanel con balli e Canti
Del felice raccolto il bel piacere
E del liquor di Bacco accesi tanti
Finiscono col Sonno il lor godere.
II. Adagio molto (in Re minore)
Fa’ ch’ ogn’uno tralasci e balli e canti
L’aria che temperata dà piacere,
E la Staggion ch’invita tanti e tanti
D’un dolcissimo sonno al bel godere.
III. Allegro (in Fa maggiore)
I cacciator alla nov’alba à caccia
Con corni, Schioppi, e cani escono fuore
Fugge la belva, e Seguono la traccia;
Già Sbigottita, e lassa al gran rumore
De’ Schioppi e cani, ferita minaccia
Languida di fuggire, mà oppressa muore.
Concerto Nº 1 in Mi maggiore, opera 8, RV 269 (La primavera)
Concerto Nº 1 in Mi maggiore, opera 8, RV 269 (La primavera)

Concerto Nº 4 in Fa minore, opera 8, RV 297 (L'inverno)

I. Allegro non molto (in Fa minore)
Agghiacciato tremar tra nevi algenti
Al Severo Spirar d’orrido Vento,
Correr battendo i piedi ogni momento;
E pel Soverchio gel batter i denti;
II. Largo (in Mi bemolle maggiore)
Passar al foco i dì quieti e contenti
Mentre la pioggia fuor bagna ben cento
III. Allegro (in Fa minore)
Caminar sopra il ghiaccio, e a passo lento
Per timore di cadere bene;
Gir forte Sdrucciolar, cader a terra
Di nuovo ir sopra ‘l ghiaccio e correr forte
Sin ch’il ghiaccio si rompe, e si disserra;
Sentir uscir dalle ferrate porte
Scirocco, Borea, e tutti i venti in guerra
Quest’è ‘l verno, ma tal, che gioia apporte.